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Читаем по-итальянски Antonio Tabucchi Sogno di Henri de Toulouse-Lautrec (2)


 Sogno di Henri de Toulouse-Lautrec, pittore e uomo infelice

Henri de Toulouse-Lautrec si compiacque, perché quel manifesto lo aveva dipinto lui. Poi evitò di mescolarsi alla folla e entrò dall'entrata secondaria, percorse un piccolo budello male illuminato e arrivò fra le quinte. Lo spettacolo era appena cominciato. La musica era fragorosa e Jane Avril, sul palco, ballava come indiavolata. Henri de Toulouse-Lautrec sentì un feroce desiderio di entrare sul palco anche lui e di prendere per mano Jane Avril per ballare con lei. Si alzò sulla punta dei piedi e le sue gambe si allungarono subito. Allora si buttò con foga nella danza, il suo cappello a cilindro rotolò da una parte e lui si lasciò prendere nel vortice del can-can. Jane Avril non sembrava affatto meravigliata che lui fosse diventato di statura normale, ballava e cantava e lo abbracciava, e era felice. Allora il sipario calò, il palco sparì e Henri de Toulouse-Lautrec si ritrovò con la sua Jane Avril nelle campagne di Albi. Ora era  di nuovo il meriggio e le cicale frinivano come impazzite. Jane Avril, esausta dal caldo e dalla danza, si lasciò cadere sotto una quercia e si tirò su le gonne fino al ginocchio. Poi gli tese le braccia e Henri de Toulouse-Lautrec vi si lasciò cadere con voluttà. Jane Avril lo strinse al seno e lo cullò come si culla un bambino. A me piacevi anche con le gambe corte, gli sussurrò in un orecchio, ma ora che le tue gambe sono cresciute mi piaci ancora di più. Henri de Toulouse-Lautrec sorrise e l'abbracciò a sua volta, e stringendo il cuscino si girò dall'altra parte e continuò a sognare.


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