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Читаем по-итальянски Federico Moccia Scusa ma ti chiamo amore


Stessa ora, stessa città, ma più lontano. Eur. Dietro il Luna Park, in un grande spiazzo nascosto dalla penombra creata da alti pini, da qualche piccola montagna di verde, da un grande edificio ormai abbandonato da tempo. Un gruppo di ragazzi appoggiati ai motorini, altri seduti ai bordi della strada, altri ancora seduti in macchina coi finestrini aperti e le gambe appoggiate fuori, all'insù. Un piccolo sbuffo di fumo esce ogni tanto, come fosse un calumet che passa di finestrino in finestrino, un segnale di fumo come a dire ci stiamo stonando. Sì, sono loro, le Onde, le quattro amiche divertite.
"Oh, la vuoi tu? Bum shiva. Prendila, no?"
"No, non mi va di fumare."
"Guarda che è una canna, mica una sigaretta."
"Appunto..." Niki l'allontana da sé.
"Ma che vuoi dire?"
"Oh, ma che c'hai dei problemi?"
Diletta interviene con Olly.
"Problemi ce l'avrai te che devi fumare per stare allegra..."
Niki cerca di riportare la pace.
"E dai, non le rompere i coglioni."
"Ma perché fai sempre così con tutti, guarda che sei forte, hai sempre voglia di litiga."
"Guarda che io le ho detto solo che non fumavo, è lei che vuole per forza tutti sottomessi alla cultura della Maria, manco fosse sul serio una setta religiosa della Madonna."

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