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Читаем по-итальянски Antonio Tabucchi Si sta facendo sempre piu' tardi (8)


Un mio amico sostiene che il suicidio, per il fatto di essere una scelta radicale, paradossalmente in fondo è più facile: un gesto, e via. Ben più difficile è il silenzio. Esso presuppone pazienza, costanza, testardaggine; e soprattutto si confronta con il giorno-dopo-giorno della nostra vita, i giorni che ci restano, uno dopo l'altro, lunghi davvero nelle loro piccole ore, è come un voto, è di cristallo, un niente lo può rompere, e il suo nemico è il tempo. Come vanno le cose. E cosa le guida: un niente.

Fu per caso. Entrai dentro l'androne di quella taverna per semplice curiosità: per guardare. La sala era spoglia, con delle sedie impagliate messe le une sulle altre, e i tavoli riposti in un angolo. C'erano delle fotografie alle pareti e mi misi a guardarle. In quel villaggio venerano due persone: uno è Venizelos, perché nacque da quelle parti e vi ebbe il quartiere generale durante le sue battaglie; e lo si vede in ritratti giovanili e giornali ingialliti che raffigurano in color seppia il suo amore per il popolo. L'altro è Kazantzakis, perché in questo villaggio si fermò quando una delle sue tante infelicità lo inseguivano, e qui lo accolsero.

E' uno scrittore che non ho mai amato, forse perché ci assomigliamo nella superbia, solo che nei micromeandri del nostro essere le vie della superbia sono più infinite di quelle del Signore, e nel suo caso la superbia scelse la via del coraggio e dell'orgoglio di averlo. Il mio è un caso del tutto diverso, come sai bene, quando l'orgoglio può scegliere la viltà. Oltre al suo ritratto, vestito da uomo perbene (giacca, cravatta, baffi ben curati, brillantina, sguardo profondo di chi sta guardando la macchina fotografica come se guardasse negli occhi la Verità), c'era anche la fotografia della sua tomba (chiamiamola così) perché la sua Chiesa non accolse nel cimitero un uomo che le pareva blasfemo, e la sua città, Eraclion, ne sepolse i resti nella cinta muraria, e mise sulla lapide una sua frase dove lui entra tutto su misura, dalla testa ai piedi: "Non credo a niente. Non spero in niente. Sono libero". Vedi come vanno le cose, e cosa le guida: basta una frase così per distruggere il propósito di una persona come
me. Il silenzio è davvero fragile.


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